Confusione sull'epsilon piccolo a piacere

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Premessa: molti teoremi di matematica esordiscono con il classico incipit "Dato un e (epsilon) piccolo a piacere, è possibile dimostrare che...", dove con e piccolo a piacere si usa indicare un parametro che può raggiungere valori piccolissimi ma comunque diversi da zero.

Esame di Analisi 1:
Studente:
- Sia dato un tre piccolo a piacere, è possibile dimostrare che...
Professore (allibito):
- Prego? Sia dato cosa?
Studente:
- Un tre piccolo a piacere, no?
Professore:
- Ma guardi che questo (disegnandolo) è un epsilon, non un tre!
Studente:
- Ah! E pensare che l'ho corretto su tutto il libro!!!
Professore:
- Faccia una cosa, ora se ne vada e torni quando lo ha corretto tutto di nuovo...

A questo aneddoto, universalmente noto e dato per accaduto un po' in tutte le facoltà (tecniche), si associa anche la seguente variante:
Studente:
- Sia dato un e piccolo a piacere, è possibile dimostrare che...
Professore:
- Sì, vabbè, ma piccolo quanto?
Studente (incerto):
- A piacere...
Professore:
- Allora me lo faccia più piccolo.
Lo studente, evidentemente in stato confusionale, traccia un e di dimensioni minori.
Professore:
- No, lo faccia ancora più piccolo...
Lo studente ha continuato a scrivere e micrometrici per un bel pezzo, prima di ammettere sconsolato che forse la sua preparazione lamentava qualche lacuna.

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